domenica 25 febbraio 2007

Clemente Zorzetto

E’ inutile negarlo, chi più chi meno, siamo tutti vittime del culto della bellezza e dell’apparire. Se un difettuccio ci tormenta, prendiamo in seria considerazione le nuove e rapide tecniche della medicina estetica: “Non piacersi crea un forte disagio che si manifesta nel rapporto con gli altri e anche nell’approccio quotidiano alla vita. Non ho mai sentito dire ad una mia paziente che avrebbe potuto fare anche a meno di un intervento estetico a posteriori. L’importante è non assecondare le esagerazioni”. A parlare di misura è uno dei più famosi chirurghi estetici d’Italia Clemente Zorzetto. Vive a Padova ma opera anche a Milano, Roma e Bologna. Sotto le sue mani sono passate tantissime donne del mondo dello spettacolo e del jet set ma l’unica a dichiarare la paternità del suo seno è stata Simona Ventura. Di veramente sbalorditivo c’è però un dato ; sempre più uomini fanno ricorso al chirurgo estetico “ Il maschio si sta femminilizzando non si accetta più e oggi ricorre alla chirurgia non solo per il naso o le borse sotto gli occhi ma anche per lifting, zigomi, orecchie a sventola, liposuzioni…”. Clemente Zorzetto, che fortunatamente madre natura ha voluto assomigliasse più Gorge Clooney che a Danny de Vito, ama le cose naturali ed è conosciuto nel settore proprio perché parsimonioso nel rimediare ad alcuni difetti: “Il bello per me è armonia: non esiste un naso perfetto e non è detto che il seno debba essere grande; tutto va adeguato al contesto in cui si inserisce. Se in America sono tecnicamente alla pari rispetto a noi da questo punto di vista sono molto indietro e vengono qui ad imparare il concetto di bellezza”. E’ orgoglioso di se Clemente Zorzetto e di come si è costruito la sua professione dal nulla rischiando tutto quando ancora questa specializzazione non era così diffusa. Oggi effettivamente se ne parla di più nei giornali nelle riviste e in televisione: e se in qualche salotto sentiste dire ad una signora che ha un “Zorzetto” capireste subito che non sta parlando di un famoso pittore!


Ludovica Casellati

domenica 18 febbraio 2007

Lorenza Galeazzo

Padova è come una bella donna: a volte è osannata e altre criticata perché difficile da conquistare. Non sempre regala soddisfazioni ma una volta che sposa una iniziativa è tendenzialmente fedele a lungo. C’è chi con questo aspetto deve fare i conti ogni giorno: “Da quando nostro padre ci ha ceduto l’attività, iniziata negli anni ’60 in Riviera dei Ponti Romani, abbiamo giocato tutte le nostre carte valorizzando al massimo gli spazi espositivi, la qualità dei fornitori e la serietà dei nostri collaboratori”. A raccontare la loro scommessa imprenditoriale è Lorenza Galeazzo, titolare assieme al fratello Alessandro degli omonimi negozi. Oggi, in un momento così difficile per tutto il mercato, hanno alzato ancora di più la posta aprendo uno spazio, unico nel suo genere nel Triveneto, che propone un nuovo concetto di negozio: “Se ci si ferma di fronte ad una crisi è meglio ritirarsi. La pensiamo così mio fratello ed io e infatti abbiamo rilanciato proponendo altri servizi: da noi un cliente può entrare a fare colazione la mattina con tisane e ogni prelibatezza dietetica, comprare abbigliamento dei marchi più noti, regalare piante o fiori, pranzare o concedersi un aperitivo con vini di gran pregio”. Enocafetheria, fioreria e abbigliamento è il terno giocato sulla piazza di Padova in una unica soluzione: “Lo sforzo per offrire alla città qualcosa di nuovo è stato ripagato dai complimenti della nostra clientela che sono la nostra linfa vitale. Ma il mio sogno è sviluppare questa attività fino a creare uno stile di vita”. La mattina si sveglia presto per regalarsi un’ora di fitness e una sana colazione, adora collezionare oggetti per la casa e viaggiare. Lorenza Galeazzo è una donna piena di energia che comunica con lo sguardo e disarma con il sorriso; è determinata a conquistare Padova ed è certo che lo farà schierando in campo l’arma più potente che una persona possa utilizzare: un esercito di idee.

domenica 11 febbraio 2007

Gianfranco Bottaro

“Il mondo è bello perché e vario, signora”! E’ la frase che più ho sentito pronunciare da un tassista per esprimere la sua rassegnazione di fronte a qualsiasi accadimento. Eh sì, perché tra tutti i professionisti, i tassisti, sono quelli, forse più di altri, ogni giorno esposti a ogni genere di sollecitazioni. Devono fare i conti con il traffico, le condizioni meteo, l’umore della gente, la maleducazione dilagante, gli stravolgimenti della politica, la delinquenza e a volte anche la sfortuna: “Ho fatto questo mestiere per 42 anni e devo ringraziare il cielo per non essermi trovato mai nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il nostro è un lavoro che richiede pazienza e sacrificio per 12 ore al giorno e che non tutti i giovani sono disposti a fare”. A dirlo con un pizzico di commozione ma tanta fierezza è Gianfranco Bottaro, in arte Pisa 3, erede da parte di zio della prima licenza di taxi padovana datata 1925. Uomo tranquillo e misurato può proprio dire di averne viste di tutti i colori: “Ho visto cambiare la città e la gente. Un tempo tutti mi raccontavano la loro storia, di emigrazione, di difficoltà o anche di successo. Oggi la gente va di corsa ed è sempre pensierosa. Statisticamente i più aperti al dialogo sono quelli che vengono dimessi dall’ospedale o gli anziani”. Gianfranco Bottaro ricorda sorridendo di aver fatto salire nel suo taxi insospettabili signorine che si cambiavano vestiti per poi poter esercitare la professione più antica del mondo oppure uomini disperati che gli pagavano un supplemento perché lui li accompagnasse a bere un ombra, prima di far ritorno a casa. Storie d’ amore, tradimenti, passioni, intrighi e ancora personaggi famosi, politici, giornalisti, di tutto e di più passa e vive dentro la macchina di un tassista. Per Gianfranco Bottaro questo capitolo è chiuso perché è andato in pensione. A casa ad attenderlo ci sono la moglie senza patente, che sogna finalmente di essere scarrozzata, e i suoi due nipotini, Tommaso e Erica, con i quali si è impegnato a portarli e riprenderli da scuola, e queste sono “corse” alle quali non rinuncerebbe per nulla al mondo!

domenica 4 febbraio 2007

Laura Albertin

La televisione è uno strumento diabolico: decreta nel giro di pochissimo tempo il successo o l’insuccesso di tante persone. Le esalta e le condanna, le premia e le rovina, le prende e poi le molla. Anche se la conosci non riesci ad evitarla, perché la televisione lusinga e inebria: “Quando mi hanno preso per il programma la Pupa e il Secchione non ci credevo. Non ho la classica immagine della fatalona e i congiuntivi non riuscivo a sbagliarli neppure pensandoci, credo di essere piaciuta anche per la mia simpatia e semplicità”. E’ Laura Albertin, Miss Padania 2005, a raccontare i retroscena della trasmissione che l’ha fatta conoscere al grande pubblico. Nata a Battaglia Terme, è una ragazza sempre sorridente e preparata a tutti i tranelli che una vita come questa può riservare: “ Ho fatto la scuola di stilista al Ruzza di Padova, poi per guadagnare qualche soldo ho cominciato a fare la commessa e qualche sfilata. Oggi mi ci vuole un giorno per portare a casa quello che prima dovevo sudarmi in un mese, ma ho i piedi per terra perché so che tutto questo è molto effimero. Cavalco l’onda fino a che posso e metto via un po’ di risparmi per il futuro”. E’ una ragazza concreta Laura Albertin, che non si fa ubriacare dagli inviti che oggi le piovono da Buona Domenica, da Lucignolo, dal Bivio o da altri programmi, ha la testa sulle spalle e ha già in mente cosa fare il giorno in cui tutto dovesse finire. “Sono una ragazza timida, non fatta per una vita tutta immagine e lustrini. Mi piacerebbe in futuro condurre un programma e farmi conoscere per aspetti diversi dal mio fisico e se non ci riuscirò ho già in mente di fare l’agente di moda. Oggi mi ritengo comunque molto fortunata perché sono poche le ragazze che a ventuno anni hanno l’opportunità di girare il mondo e fare esperienza”. Laura Albertin è una ragazza dolce ma determinata, tenera ma non remissiva: colleziona peluche e oggetti strani di artigianato che arrederanno la sua futura casa e sogna un giorno di avere una bella famiglia. E’ giovane ma ha già capito che questo mondo è come il suo sport preferito, il pattinaggio sul ghiaccio: puoi diventare come Milly Carlucci o scivolare facendoti anche male!