Vivere ai confini della realtà oggi può voler dire tante cose: vivere di sogni, di fantasie oppure a contatto con un mondo diverso sconosciuto ai più. “Quando un uomo varca la porta di una casa di reclusione entra in un mondo a sé . Se si è macchiato di un atroce delitto commesso d’impeto, è qui che matura la consapevolezza del suo atto e capisce che la sua vita non sarà più quella di prima. E’ qui che inizia il nostro compito che è quello di assisterlo e di decidere il suo percorso riabilitativo ”. A spiegare quello che per ognuno di noi può sembrare l’ingresso in un girone dell’Inferno, è la direttrice della Casa Circondariale di Padova, Antonella Reale. E’ sua la responsabilità del buon funzionamento e della disciplina all’interno di una struttura che deve funzionare ventiquattrore su ventiquattro 365 giorni l’anno: “La complessità è dovuta all’eterogeneità delle figure che operano all’interno della casa circondariale: la polizia penitenziaria, gli amministrativi, il personale medico, gli psicologi, gli insegnanti, i volontari. A questo va aggiunta la popolazione carceraria, che essendo formata da imputati in attesa di giudizio, cambia velocemente”. E’ un lavoro complesso e difficile, ma Antonella Reale, prima donna a Padova a rivestire questo ruolo, ce l’ha fatta. Tutte le domande su come una donna possa inserirsi in un mondo così duro e con una forte presenza maschile, hanno una naturale risposta guardandola all’opera. Non vola una mosca negli uffici, al suo passaggio tutti sono riverenti ed ossequiosi, chi bussa e non ode risposta non osa entrare. Eppure è una donna pacata, equilibrata con una voce dolcissima: “Ci vuole molta determinazione, e soprattutto una buona scuola. Le responsabilità sono molte e così anche le decisioni da prendere ogni giorno. Non è facile ma come in tutti i lavori basta usare il buon senso, una buona dose di sensibilità e professionalità”. Ha deciso di non vivere all’interno della struttura come tanti direttori e comandanti e questo le consente di staccare la spina, chiudere una porta e varcare il confine di quella realtà che tanto l’appassiona e la coinvolge.
Ludovica Casellati
domenica 4 marzo 2007
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