domenica 26 novembre 2006
Don Marco Pozza (Don Spritz)
“A diciotto anni, finita la maturità, avvertivo un forte senso di insoddisfazione: non mi bastava più la morosa né tutto lo sport che praticavo, sentivo che dovevo fare un salto di qualità nella mia vita. Guardavo il mio parroco di Calvene e leggevo nei suoi occhi che era l’uomo più felice della terra. Fu in quel momento che mi innamorai di Gesù Cristo e decisi di votare la mia vita a Lui”. E’ Don Marco Pozza a raccontare la storia della sua vocazione con tutto l’entusiasmo che un ragazzo di ventisei anni sa esprimere quando si sente realizzato. Veste, parla e si atteggia esattamente come un ragazzo della sua età ma tutta la sua forza, energia e determinazione la indirizza per diffondere la parola del Signore: “Le Chiese si svuotano e le piazze si riempiono, così un giorno decisi di andare in piazza e cominciai a parlare con i miei coetanei. Li ascoltai e poi chiesi loro di dedicarmi lo stesso tempo che avevo dedicato io a loro: li invitai a venire alla mia messa almeno una volta. Da quel giorno vado in piazza tutte le settimane”. Don Marco, oggi noto alle cronache come Don Spritz, andandoseli a conquistare uno alla volta oggi ha avvicinato alla Chiesa tantissimi giovani che gremiscono la sua Messa delle 19 alla Sacra Famiglia la domenica. Spiega la grandezza e la profonda bellezza della Madonna esibendo per contrasto la pubblicità di Intimissimi, nelle omelie utilizza anche le canzoni di Vasco Rossi per spiegare il Vangelo, fa suonare e cantare i suoi ragazzi e dialoga con loro anche attraverso un suo blog. Era da Santoro a parlare di cristianità, e prossimamente sarà a Domenica in, su di lui stanno girando un documentario e sta già scrivendo un romanzo di suo pugno: “Io sono un prete e il mio lavoro è avvicinare più gente possibile a Gesù Cristo. Non ho manie di protagonismo vado dove mi invitano e sfrutto ogni secondo per far passare il pensiero cristiano”. Don Spritz è un giovane appassionato e fantasioso, appare come un innamorato della sua vocazione che non sta più nella pelle, e a chi lo accusa di troppa visibilità risponde citando Oscar Wilde e cioè dicendo che c’è solo una cosa peggiore del far parlare di sé: il non far parlare di se!
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