domenica 3 dicembre 2006

Leonardo Girardi

E’ fantascienza! Esclamiamo per liquidare una visione troppo proiettata verso il futuro. Ma il mondo, si sa, è vario ed esiste chi con la fantascienza convive ogni giorno: “Ho sempre avuto il pallino per l’elettronica. Ho iniziato negli anni ’80 a realizzare gli impianti luce per i mondiali di ciclismo, poi sono passato all’audio professionale e infine al video: oggi fornisco tecnologie avanzate alle televisioni”. A sentire Leonardo Girardi amministratore unico della Professional Show di Limena sembrerebbe una cosuccia da ragazzi, varcando la soglia della sua azienda invece si ha la netta impressione di essere teletrasportati nel futuro: “Quando nell’87 decisi di costruire una sede a esatta misura del mio business, senza sconfinare nel pagliaccesco, studiai tutti i film di fantascienza e scelsi Star Trek perché coniugava umanità, modernità e praticità.” Le porte sono degli esagoni senza spigoli a scomparsa nel muro, l’accesso è possibile solo attraverso chiavi elettroniche, i corridoi hanno schermi al plasma ovunque e acquari con pesci d’acqua dolce, la sala corsi è un DC9 con la sola business class, la luce del sole non si vede, le volte stellate o celesti riprodotte in alcuni ambienti sono in realtà perfette casse acustiche, e gli unici suoni udibili nei corridoi sono il sonar e la base musicale del famoso telefilm. La sensazione è proprio quella di essere sulla mitica Enterprise, la realtà è che questo delizioso giocattolino produce un fatturato pari a trenta milioni di euro: “Nelle zone in cui i miei ingegneri creano e sviluppano software, abbiamo ricreato ambientazioni alla Indiana Jones, la zona invece in cui ricevo i clienti per iniziare a realizzare un progetto è un plastico che riproduce “La finestra sul cortile” di Hitchcock”. Leonardo Girardi, austero d’aspetto e gentile nei modi, è innamorato di tutto quello che è riuscito a costruire negli anni e la sua vita è tutta lì dentro: “Trascorro qui almeno sedici ore al giorno anche il sabato e la domenica. Ho tutto quello che mi serve una camera, un bagno e 56 figli. Quando una passione diventa lavoro non sai più dove termina il divertimento e inizia il lavoro”.

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