domenica 28 gennaio 2007

Stefano Gris

“Fare l’architetto anzitutto vuol dire risolvere problemi di varia natura, come in ogni attività, e dare forma a un’idea o ad una richiesta”. E’ l’architetto Stefano Gris a definire la sua professione facendo inconsapevolmente eco a Vitruvio che nel 30 a.c., lavorando per Giulio Cesare e Augusto, diceva che “l’architettura è una scienza colla quale si regolano tutti i lavori che si fanno in ogni arte”. L’aspetto pragmatico che fortemente lo connota, la inesauribile creatività che lo anima e la notorietà che si è conquistato negli anni, hanno fatto sì che Gris nella sua vita professionale possa dire di essersi cimentato in ogni tipo di impresa: “Il mio studio ha progettato dalla cellula virtuale fino ai satelliti aerospaziali. Ma la mia grande passione è l’exibition design ovvero l’ allestimento di mostre e la realizzazione di musei”. Il nuovo ingresso al Museo Eremitani, le scale e i chiostri portano la sua firma così come una mostra di Washinghton appena inaugurata da Laura Bush, una a Tokio e a Parigi alla Villette. A Londra per Finmeccanica, suo cliente storico, ha realizzato un padiglione così singolare (si tratta di una struttura gonfiabile) da essere oggetto di un libro. Anni fa per dimostrare quanti rifiuti è in grado di produrre un condominio di 8 appartamenti ha costruito una torre di spazzatura in piazza Garibaldi per conto di APS. “Oggi assieme a mia moglie, sto disegnando un aereo di linea. E’ una assoluta novità che venga affidato ad uno studio il compito di ridisegnare gli interni: così in questi giorni stiamo cambiando l’estetica dei futuri ATR”. Per rigenerarsi e ampliare i propri orizzonti conoscitivi Stefano Gris ha sempre viaggiato molto conoscendo tante persone. Questo importante bagaglio personale sta per trasformarsi in uno dei più importanti progetti della sua vita: “In 20 anni di professione ho stretto molte amicizie e oggi sto pensando di riunirle tutte attorno ad un progetto vinicolo. Si chiamerà 100+1 e promuoverà il vino dei colli Euganei in tutto il mondo”. Riunire cento amici e trasformarli in altrettanti soci per produrre vino è una grande impresa, ma ancor di più un grande progetto di “architettura di vite”!

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